#ORIZZONTEFANO: decine di fanesi ripensano la Valle del Metauro

In tanti per l’appuntamento tecnico. Protagonista il Contratto di Fiume, ma anche la Flaminia, la ferrovia, e le diverse valenze di questo magnifico territorio.
È stato uno degli appuntamenti più partecipati e ricchi di suggestioni quello che si è svolto ieri pomeriggio alla Mediateca Montanari nell’ambito di #ORIZZONTEFANO, il Piano strategico della città, e dedicato al territorio della Valle del Metauro. Prosegue così il percorso del settimo cantiere progettuale. Geologi, urbanisti, operatori economici, agenzie territoriali, rappresentanti di Enti e istituzioni intercomunali e cittadini hanno dedicato un intero pomeriggio al tema promosso da #ORIZZONTEFANO, il percorso verso la Fano del 2030.

“È una soddisfazione e un piacere vedere così tanti fanesi presenti oggi” ha detto il sindaco Massimo Seri al termine del pomeriggio di lavori dedicati alle “Idee e progetti per la Valle del Metauro” che si è concluso intorno alle 19.30.

“Il Metauro, con il suo splendido territorio – ha sottolineato il primo cittadino nell’aprire i lavori -, rappresenta un’importante parte della nostra storia e identità, e merita tutto il nostro impegno. Sono tanti i temi che richiedono una visione e una gestione sovracomunale perché, per loro natura, prescindono dai confini amministrativi, di cui siamo a volte fin troppo gelosi. Ecco perché abbiamo già avuto un incontro con i colleghi sindaci: per avviare insieme una riflessione che oggi vogliamo riprendere e approfondire, anche con tavoli tematici, con l’apporto di istituzioni ed esperti. L’obiettivo è fare un passo avanti nella condivisione di una strategia complessiva e nell’attivazione di strumenti di azione comune, a cominciare da un possibile Contratto di Fiume”.

E proprio il Contratto di Fiume è stato uno dei temi emerso nei focus group che hanno coinvolto i cittadini e argomento trattato anche dall’ospite del pomeriggio, Mario Clerici, Direzione generale Ambiente, Energia e Reti della Lombardia, che ha raccontato l’esperienza, le problematiche e le criticità del progetto attivato anni fa nella regione. Ad anticiparlo sono stati gli interventi di Daniele Luzi, direttore tecnico GAL Flaminia Cesano e Tarcisio Porto presidente GAC Marche relativi a “La prospettiva del Contratto di Fiume Integrato”.

L’appuntamento ha affrontato anche l’aspetto culturale del territorio. Argomento introdotto da Stefano Marchegiani, vice sindaco e assessore Cultura e Turismo di Fano nel suo intervento “Progetto di Distretto Culturale Evoluto della via Flaminia” e ripreso dal tavolo di lavoro dedicato al tema.

Durante la sessione “tecnica” che si è svolta dalle 17.30, sono state le idee e le osservazioni dei cittadini i protagonisti. I fanesi presenti si sono divisi nei 3 tavoli di lavoro: ambiente, valore culturale, potenzialità del Metauro come infrastruttura.

Il gruppo più numeroso (composto da circa 20 partecipanti), che ha discusso del “Fiume Metauro e il suo ambiente”, ha sottolineato le necessità legate al “regime delle acque e la sua regolazione”; analizzato le potenzialità del “Contratto di Fiume e del rapporto con gli altri Contratti esistenti alla sorgente del Metauro”; valutato come pianificare e tutelare riserve naturali della zona e sollecitato altri interventi a tutela dell’ambiente e delle acque del Torrente Arzilla.

I partecipanti al dibattito culturale hanno evidenziato la necessità di collegare il legame tra la Consolare Flaminia e il Metauro, che narra la nascita dell’Impero Romano, nel progetto del Distretto Culturale Evoluto; suggerito di arricchire i percorsi enogastronomici a quelli che narrano la storia e l’identità di questi luoghi per rafforzare la proposta turistica e discusso dei vantaggi di una maggiore fruibilità del Fiume.

I fanesi partecipanti al tavolo di lavoro “Il Fiume Metauro come infrastruttura” hanno rivisto le potenzialità del corso d’acqua alla luce delle necessità contingenti. Tra le proposte, quella di “usare” il Fiume come asse su cui prevedere la banda larga, necessità contemporanea dettata dall’esigenza di competitività delle aziende dell’entroterra. Tra gli spunti anche quello di usare il Fiume come parte di un percorso di collegamento di poli urbani più ampio, capace di allungare lo sguardo fino alla sponda tirrena e realizzare una ciclabile che costeggi il fiume utilizzando un approccio non invasivo.

 

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